Nell ’azzurro aprico cielo
d’eteree e radi e bianche nubi striato
va il mio pensier lieto
nell’aer muto vagando
al fresco spirar del vento
Come d’incanto, volteggiando,
librato lento e sicuro appare
sospeso, come stanco,
il superbo e bianco gabbian reale.
Ammirato lo seguo
e con lo sguardo fulmineo
lo vedo tra il verde e grigio
del carsico ciglion planare
e poi tuffarsi e sparire
quasi d’incanto
nell’intenso azzurro color del mare.
Qui, innalzandosi
glorioso riappare
tra le tante e tante bianche vele
e poi,
ignaro,
con possente e lento batter d’ali,
lontan scompare.